I legumi ci salveranno dal riscaldamento climatico?

L’UNEP (United Nation Environment Program) è l’Agenzia dell’ONU per l’Ambiente.
Questo programma delle Nazioni Unite ogni anno, il 10 febbraio, celebra la Giornata Mondiale dei Legumi.
Questa giornata fu istituita nel 2018, su richiesta del governo dello Stato africano del Burkina Faso, dopo il successo dell’Anno Internazionale dei legumi 2016 della FAO.

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Questa iniziativa ha lo scopo di favorire un’agricoltura sostenibile, di piccola scala e di sussistenza, in grado di produrre alimenti ricchi di proteine e sostitutivi della carne. 

La categoria dei legumi è molto vasta e comprende tutti i frutti che contengono semi, delle Leguminose, come fagioli, ceci, lenticchie, piselli, lupini e cicerchie.
Non sono invece considerati legumi tutte quelle colture i cui frutti vengono raccolti verdi, come i fagiolini; tutte quelle utilizzate per l’estrazione di oli, come soia e arachidi; e tutte quelle utilizzate per sovescio ed esclusivamente a scopo di semina, come trifogli, favino, erba medica.


La loro origine è varia.
Ceci, piselli, lupini, cicerchie derivano dai Paesi Mediterranei e dall’Oriente, mentre il fagiolo è una pianta americana.

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Ma quali sono i maggiori produttori mondiali di legumi?

Per quanto riguarda i fagioli, nell’ordine Myanmar (Birmania), India e Brasile guidano la produzione e l’esportazione mondiale.
Il maggiore produttore mondiale di ceci in assoluto è l’India, con una produzione di 8 milioni di tonnellate (Circa il 70% della produzione mondiale), segue l’Australia con 870 mila tonnellate.
Canada, Russia, Cina, India, USA e Australia dominano invece il mercato mondiali di piselli.
L’Italia è il 14° al mondo e terzo in Europa.
Per il mercato delle lenticchie, invece, i maggiori produttori sono Canada, India e Turchia.

In generale, circa il 40% della produzione mondiale di legumi è realizzata in 5 Paesi: India, Canada, Myanmar, Brasile e Cina.

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I legumi da anni sono chiamati la “carne dei poveri”, per il loro alto contenuto di proteine vegetali.
I legumi hanno notevoli proprietà nutrizionali e il loro consumo è associato a un minor rischio di sviluppare disturbi quali sovrappeso, obesità, disturbi cardiovascolari e diabete.

Proprio per quanto riguarda il diabete i legumi sono particolarmente indicati, in quanto l’alto contenuto di fibre fa sì che vengano assorbiti più lentamente i carboidrati. I legumi quindi aiutano a bilanciare il tasso glicemico nel sangue, evitando i picchi.
Sono quindi importanti anche nella prevenzione del diabete.

Il loro alto contenuto di potassio tiene a bada la pressione arteriosa.

I legumi offrono anche un grande aiuto contro il colesterolo. Contengono infatti due sostanze in grado di combattere il colesterolo, si tratta di saponine, composti utilizzati dai vegetali per proteggersi dagli agenti patogeni, e lecitina, capace di legarsi alle molecole di colesterolo, facilitandone lo smaltimento.

Il ferro contenuto nei legumi previene il rischio di anemia. Il ferro è un sale minerale che serve a trasportare l’ossigeno nel sangue. Sebbene quello contenuto nella carne sia più assimilabile dall’organismo, anche il ferro contenuto nei legumi può essere molto utile a raggiungere il fabbisogno giornaliero di 9-20 mg di questo elemento.

I legumi, quindi, possono essere un valido aiuto nella diversificazione nella dieta, soprattutto nei Paesi in via di sviluppo. Se essiccati possono durare a lungo, e possono essere un ottimo complemento nell’alimentazione.

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Inoltre le piante leguminose hanno l’interessante proprietà di fissazione dell’azoto nel terreno. Ciò significa che si possono utilizzare per il sovescio del terreno, cioè si possono piantare per ridare fertilità al terreno dopo un raccolto. Questa tecnica viene utilizzata per terreni poveri di azoto e in zone senza disponibilità di letame o altri concimi.
Le leguminose si possono inoltre piantare come coltura intercalare associata a una coltura principale, come ad esempio un vigneto.
Gli agricoltori riescono così ad aumentare la biodiversità delle colture e a mantenere il suolo fertile, tenendo a bada parassiti e patogeni.
Questo è un grosso aiuto alle popolazioni del terzo mondo se si pensa che la maggior parte della produzione agricola è dipendente da materie prime destinate a scopo industriale (piante da olio, mais, cotone, soia, canna da zucchero ecc).

Rilasciando azoto e fertilizzando in maniera naturale il terreno, i legumi contribuiscono a ridurre l’uso di prodotti chimici industriali, evitando così l’eccessivo rilascio dei gas serra nell’atmosfera e dei composti azotati nel terreno.

Per questi motivi al futuro incremento delle colture di legumi è legata la mitigazione dei cambiamenti climatici e del riscaldamento globale, che è uno dei 17 obiettivi dell’Agenda ONU per lo Sviluppo Sostenibile da raggiungere entro il 2030.

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